Il foulard rosso

12,00 Iva Inclusa

di Antonio Perruggini e Annamaria Vivacqua

Una storia avvincente e, allo stesso modo, seducente e tratteggiata di noir.

Pagine: 256
Anno: 2017
ISBN: 978-88-8459-422-8

10 disponibili

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Descrizione

Una storia avvincente e, allo stesso modo, seducente e tratteggiata di noir. “Il Foulard Rosso” nasconde amore e sesso al limite della totale trasgressione con dialoghi minuziosi e ben costruiti, al cui interno affiorano convincenti colpi di scena che fanno pensare a una vera e propria stesura di una sceneggiatura cinematografica. In un piccolo paese della Puglia, tra gli Anni ‘60-’70, si punta il dito contro la ‘bocca di rosa’ di turno che, immersa nel suo personaggio, si presenta al lettore in tutta la sua reale personalità diventandone col tempo vittima e carnefice. Nicola Morisco (giornalista e documentarista)

Sesso, sensualità, potere, vendetta, tradimenti, invidia, amori negati e consumati, perfidia, abbandoni, ricatti. Una girandola di emozioni  e stati d’animo accompagna il lettore dalla prima all’ultima pagina, lo cattura e lo tiene con il fiato sospeso. Lasciare questo romanzo è impossibile. Una volta che ce l’hai tra le mani, ti prende esattamente come Pierre prende Letizia,  come Artidoro invade il corpo di Cecilia ed Edoardo quello di Carmela. Le penne di Antonio Perruggini e Annamaria Vivacqua vibrano all’unisono dando vita ad un romanzo che apre in Puglia una nuova stagione narrativa, quella dei classici e dei bestseller di tradizione seppur i personaggi, intensi e straordinari, si muovano in paesi della provincia barese degli anni ’60-’70. E così, come per incanto, Palo del Colle, Santo Spirito, Molfetta, Grumo Appula e Ascoli Satriano diventano i luoghi scelti dagli autori per raccontare le vite ordinarie e straordinarie di uomini e donne, di schiavi e padroni, di miseria e voluttà, di possesso e di segreti. Un ritmo , incalzante, attraversa  le pagine de ‘ Il Foulard Rosso’ e diventa capace di trasmettere odori e rumori, come quelli del fruscio delle gonne alzate e delle gambe tese  pronte ad offrirsi, degli  atti peccaminosi compiuti in severi conventi e in misere stamberghe, dei gemiti di piacere soffocati o urlati. Perché, in fondo, il romanzo trasuda proprio questo, il piacere in ogni sua forma, da quello più bestiale a quello che trova il suo apice orgasmico nella sua forma più perversa, il potere.  Lia Mintrone (giornalista professionista)

 

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